Nessuna immagine, nessuna musica, nessuna scenografia.
Un uomo e una donna che raccontano.
Tanto basta per toccare gli animi di chi ascolta.
Undici settembre, Prima Guerra Mondiale, Hitler, razza, Rwanda.
E d’improvviso eccoci catapultati in un’auto, che corre all’impazzata nel buio, su di una strada polverosa. Pochi chilometri e un posto di blocco costringe l’uomo alla guida a fermare il veicolo. Scende dall’auto, un colpo di machete lo colpisce. Muore.
Poche frasi e ci ritroviamo in mezzo al una palude, di fianco a noi una donna con un bimbo sulle spalle. Alcuni uomini ci circondano, la donna cerca di fuggire, urla, si dimena...vediamo il terrore nei suoi occhi, respiriamo il suo sgomento. Una sferzata violenta colpisce lei e il bambino. Muoiono entrambi.
Il flusso di parole continua e siamo in una casa con le pareti di legno. Fuori un uomo urla mentre in mezzo alla stanza, sotto a un tavolo spoglio, una donna giace in una pozza di sangue. Morta.
Morirono uomini, donne, bambini in quel lontano 1994. Morirono in ottocentomila.
Centoquattro giorni di terrore...
Una della pagine più drammatiche della storia dell’Uomo.
Una pagina dimenticata.
Marco Cortesi e Mara Moschini raccontano la tragedia del Rwanda. Raccontano di come, anche là dove pareva che Dio non volesse più tornare, si distinsero uomini giusti e donne valorose, che misero le proprie vite a repentaglio per salvarne altre...
Raccontano di Augustin e Cecile, che scelsero di rimanere e di lottare in nome della fratellanza fra uomini...
Raccontano per impedirci di dimenticare il male, e con esso il bene, che si compirono in quei giorni di cui nessuno ha memoria...